(...teaser…)
26 Aprile 1989. È notte, il rumore dei nastri delle cassette che si riavvolgono costituisce la colonna sonora del momento. Poi stop. Il suicidio.
Due anni prima. 26 Aprile 1986. 01:25. Un’esplosione sveglia, nel cuore della notte, la città di Pripyat e la illumina con un fascio di luce luminescente che spunta dalla centrale nucleare di Chernobyl.
(...zoom…)
Il teaser della serie Chernobyl, capolavoro targato HBO, prepara lo spettatore a rivivere un evento storico che Craig Mazin, lo showrunner delle serie, ha voluto far riemergere nella memoria storica di ognuno di noi per rimediare alla negligenza umana e alla valanga di bugie che hanno provocato un olocausto nucleare le cui conseguenze permangono fino ai giorni nostri.
“Ogni menzogna che raccontiamo ha un debito con la verità, e prima o poi, quel debito deve essere pagato.”
Il disastro di Chernobyl non è stato un evento che ha riguardato unicamente la realtà locale ucraina o in senso più largo l’URSS, ma ha interessato l’intera umanità e, odiernamente, si rivolge anche alla realtà che stiamo vivendo, costretti da un virus a combattere una nuova “guerra per la verità” su questioni che appaiono tanto ampie, lontane e poco comprensibili da noi ma che in realtà ci riguardano direttamente.
(...panoramica…)
Questa miniserie, in sole 5 puntate da circa 60 minuti ciascuna, ha dimostrato come la serialità televisiva riesca sempre di più a consolidare nello spettatore il senso di appartenenza in questa società “contemporanea” le cui contraddizioni e disfunzioni non sono altro che l’eco di altrettante fragilità, ampliate da errori perlopiù umani, del passato.
Due eventi estremamente forti psicologicamente aprono la serie chiarendo fin da subito l’obiettivo di Mazin: porre l’accento non sull’evento in sé, narrato più e più volte nelle pagine dei libri di storia, ma sull’umanità (e disumanità) delle tante persone costrette a legare il destino della propria vita a quell’esplosione, come i pompieri che quella notte si impegnarono per adempiere all’obbligo morale di salvare le vite altrui. Morale che ha portato alcuni a lottare, spesso in solitudine, affinché la verità ricercata durante la propria vita oscurasse la luna di bugie creata per “vincere” la paura dell’umiliazione e alimentare la propria supremazia. Valery Legasov, interpretato da Jared Harris, costituisce il fulcro di una narrazione ciclica che, col passare dei minuti, permette allo spettatore di vivere dettagliatamente l’atmosfera che ha caratterizzato Chernobyl prima e dopo l’esplosione.
(...epilogo...)
La “prima” televisiva della serie, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, è avvenuta nel maggio 2019 mentre in Italia Chernobyl è stata trasmessa su Sky Atlantic un mese dopo, nel giugno 2019. A distanza di un anno, dopo il periodo di lockdown dovuto al coronavirus e alla sua pervasiva diffusione, la serie viene distribuita in chiaro su LA7. Ogni giovedì, a partire dal 18 Giugno 2020, il prime time televisivo è dedicato a una serie appartenente all’historical drama ma anche al present drama che ci ha mostrato i liquidatori di Chernobyl sanificare locali, scuole e operare negli ospedali, oltre alle riunioni della commissione dove le decisioni e le discussioni si sono trasferite nei talk show.
Con un tratto talvolta “orwelliano” Chernobyl racconta una parte di storia che funge da promemoria e da insegnamento per non ripetere gli errori del passato, soprattutto in situazioni come quella odierna dove ci sentiamo sempre più lontani dalla verità e le sue conseguenze sono sempre più vicine alla nostra quotidianità stravolta durante il lockdown e che solo con il buon senso e la collaborazione possiamo recuperare.
Autore
Martina Nigro
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