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Immagine del redattoreAss. Tramoontana

CON IL CUORE A META' (LONDRA)

Aggiornamento: 17 apr 2020





(… prologo …)


Due. Sono due i profumi che ho imparato a chiamare casa sin da piccola: il profumo della terra e il profumo del mare.

I miei nonni hanno un piccolo giardino, sono nata in casa loro e ricordo perfettamente l’odore che emanava la terra quando mia nonna innaffiava i fiori e gli alberi, il profumo di campagna che inondava casa quando mio nonno rientrava, dopo una giornata di lavoro nei suoi terreni pieni di ulivi e vigne e alberi da frutto.

Il mare, l’odore del mare. Non si può spiegare a parole, bisogna viverlo, ascoltarlo. Ci sono andata decine di volte d’inverno, quando non c’è nessuno e puoi raccontargli qualsiasi cosa.




 

(… piano-sequenza …)


Sono nata a Sud, nel Salento, mi sento privilegiata per questo.

La mia è una terra complicata, bellissima. È una donna mora, formosa, con degli occhi grandi come il mare e scuri come il dolore di tutti coloro che la deturpano senza rispetto.

L’ho amata. La amo ancora moltissimo ma ho dovuto tradirla. Ho dovuto farlo per provare a dare un futuro a me, alla mia vita. La Puglia mi ha dato tanto in termini d’amore, ma troppo poco per poter vivere. Ho fatto decine di mestieri, ci ho provato tanto. Ma l’amore a volte non basta. Purtroppo.

Cinque anni fa ho provato a conoscere una bionda mozzafiato, con un accento inglese, a volte un po’ snob, spesso grigia, sicuramente meno luminosa ma con un grande potenziale.

Quando ho lasciato il mio paesino di provincia per trasferirmi a Londra avevo veramente poco. Pochi soldi, nessuna idea di cosa fare, nessuna conoscenza della lingua e nessun viaggio precedente per conoscerla. Avevo solo tanta voglia, un paio di amici di supporto e tanta speranza. Il vento avrebbe fatto il resto.

Spesso sento dire che chi lascia la propria terra non ha coraggio, non ha il coraggio di restare. Come se partire a quasi trent’anni, senza nessuna certezza e con il cuore in gola fosse da cacasotto. Troppo semplice giudicare senza aver provato.

Ho passato dei mesi difficili, mi mancava la mia famiglia, i miei amici, il mio bar. Vivevo in una grande casa con altre nove persone. Lingue, odori, cibo, abitudini diverse. Un carnevale. Però ho iniziato a lavorare dopo una settimana in un Deli italiano, ho lavato i piatti per due settimane, poi la manager mi ha dato fiducia e sono passata al servizio di caffè, cappuccini, insalate e panini. Ho festeggiato i miei 30 anni da sola, piangendo dietro ad un telefono. Ma ho resistito.

A fine mese il primo stipendio vero, una busta paga, ogni ora di lavoro pagata. Mi sembrava irreale. Dopo sei mesi ho avuto l’opportunità di entrare a lavorare in una cucina, un ristorante vero, italiano, con un brand conosciuto e sparso in tutto il mondo. La cucina mi è sempre piaciuta.

È andata bene, sono ancora qui dopo cinque anni: stesso ristorante, un bilocale condiviso con il mio amore, bollette da pagare e un mondo da scoprire.

Londra è davvero una città mozzafiato, è bellissima, piena di verde, musei, arte, musica, storia e contemporaneità che si sposano a meraviglia. Ma anche qui ci sono tante difficoltà, tante cose che non vanno come vorresti, tanti momenti bui, tanta velocità quando invece vorresti fermarti a prender fiato, tanta mancanza. La mora mi manca sempre.

Però la sceglierei ancora, mi ha trasmesso la dignità che ogni lavoratore dovrebbe avere, la civiltà delle persone, l’educazione e il rispetto che la mia nazione ha un po’ perduto negli anni.





(… grandangolo …)


Il mondo intero vive un momento di grande difficoltà, questo virus ci tiene chiusi in casa ma non ci toglie la voglia. Una metropoli spenta fa un grande effetto, la vedo addormentata, così calma che non mi sembra vero. Ho scelto di rimanere perché adesso anche qui è casa mia ed è giusto così. La prima cosa che farò, non appena tutto questo sarà passato, sarà prendere un volo e abbracciare tutta la mia famiglia, gli amici. Mia madre.

Non esiste una cosa giusta o una sbagliata. Non per forza.

Amare a volte significa anche saper lasciare, provarci, non arrendersi.

Pensate sia facile vivere a tremila chilometri sapendo cosa succede in Italia? Pensate sia facile ascoltare il tg ogni giorno pregando solo che tutto si possa risolvere al più presto? Pensate sia facile perdersi compleanni, matrimoni, lauree, momenti felici della propria famiglia e dei propri amici? Pensate sia facile non poter salutare per l’ultima volta un proprio caro?

Beh, sappiate che non lo è. Non lo è per niente.

Ci vuole coraggio a restare, ma ce ne vuole davvero tanto a vivere sempre…con il cuore a metà.


Autore

 

Lucia Fiorante

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