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  • Immagine del redattoreAss. Tramoontana

DARK: NEI SEGRETI DI WINDEN


(... teaser …)


“Ogni persona vive tre vite. La prima termina con la perdita dell’ingenuità, la seconda con la perdita dell’innocenza, la terza con la perdita della vita stessa”.

Tra le tante frasi che possiamo prendere dai dialoghi di Dark, questa probabilmente è una delle più rappresentative per la serie. In realtà ne abbiamo anche un’altra che può introdurci ancora meglio a questa storia: durante il primo episodio il piccolo Mikkel, appassionato di magia, si esibisce in un gioco di prestigio di fronte al padre facendo sparire un oggetto. Dove è finito?

“La domanda non è dove, ma quando?”.


 

(... panoramica …)


Dietro ogni domanda si nascondono tanti di quei percorsi che portano a risposte che spesso fanno nascere ulteriori domande: è Dark, una delle serie più importanti in circolazione, prodotta in Germania, ormai tra i titoli di punta del catalogo Netflix.

Gli showrunners Baran bo Odar e Jantje Freise (coppia creativa e coppia nella vita) ci trasportano in un’atmosfera soprannaturale e a dir poco cavernosa, che fa da contrappunto con la routine di una piccola città circondata dai boschi dove apparentemente non succede mai nulla.

Siamo a Winden, 2019. La scomparsa di un ragazzo mette in moto le indagini della polizia, povere di indizi da cui partire fino a quando iniziano a presentarsi strani fenomeni legati alla centrale nucleare che si ritrova a ridosso del paese. Questi avvenimenti riportano alla mente di alcuni abitanti di Winden dei fatti accaduti 33 anni prima, nel 1986, quando scomparve misteriosamente un ragazzino di 13 anni nello stesso e identico modo.

Le vicende si aggirano attorno a quattro famiglie: i Kahnwald, i Nielsen, i Doppler ed i Tiedemann. La questione s’infittisce quando alcuni ragazzi appartenenti a queste famiglie si imbattono in una caverna vicino alla centrale, dove tutto comincia e tutto finisce, alla ricerca del ragazzo scomparso. Il luogo, apparentemente anonimo e inospitale, in realtà nasconde un passaggio temporale che porta avanti e indietro di 33 anni, a tal punto da mescolare incredibilmente passato, presente e futuro.

Dark è una serie dotata di un intreccio potente. La struttura drammaturgica si lega in maniera enigmatica e contorta a quella temporale disseminando punti interrogativi le cui risposte bisogna trovarle nei diversi spazi temporali di Winden. La serie, di fatto, mantenendo questa complessità riesce comunque a presentarsi come un prodotto mainstream in grado di sfidare il pubblico tra chi cerca di indagare tra tutte le sottotrame e chi, pur faticando a seguire l’andamento della storia, riesce comunque a lasciarsi trascinare nei viaggi del tempo che coinvolgono i protagonisti. Non è da tutti provare ad addentrarsi in questo macabro labirinto ‘temporale’ e tentare di decifrare l’enigma. Ci sono alberi genealogici da ricostruire, date da riordinare nella linea del tempo, un viaggio dal passato al presente e dal futuro al passato: mantenere la concentrazione durante tutto il percorso, senza mai perdersi, diventa una delle sfide più affascinanti degli ultimi anni tra una storia e il suo pubblico.


(…zoom…)


[… “Siamo tutti alla ricerca del nostro filo di Arianna, che ci mostri qual è la strada giusta, che ci faccia da guida nelle tenebre. Chi di noi non vorrebbe conoscere il proprio futuro? Sapere cosa lo aspetta? Ma la verità è che per ogni singolo tempo esiste una sola ed unica via, determinata e tracciata dal principio alla fine e rappresentante a sua volta un inizio” …]

*Il filo di Arianna è collegato alla mitologia greca. Secondo il mito, Arianna, la figlia del re di Minosse, si era innamorata di Teseo, figlio di Egeo re di Atene. In cambio di una promessa, ovvero quella di portare via la fanciulla con sé, egli ricevette dalla sua amata un gomitolo di filo in modo da assicurarsi l’uscita dal labirinto dopo aver ucciso il Minotauro.

La citazione di Helge Doppler, uno dei personaggi della prima stagione, racchiude un po’ quella che è la cifra stilistica di questa serie televisiva, ossia il fatto che il tempo e lo spazio assumano il ruolo principale degli eventi. Tutti possono spostarsi nel tempo, ma nessuno può cambiare il corso degli eventi del passato per sistemare quelli del presente. Ciò che deve accadere, accadrà; sulle note di una legge universale esistenziale: la legge di Murphy. Parliamo quindi di tempo, un avversario con il quale non si può competere, neanche quando le forze gravitazionali di una centrale nucleare, così vicina, portano alla creazione di una scorciatoia spazio-temporale da un punto dell’universo a un altro, il cosiddetto ponte di Einsten-Rosen, detto anche wormhole (buco di verme).


 

(…titoli di coda…)

Dark viene erroneamente definita come l’erede di Stranger things per via della sparizione di alcuni ragazzi e dell’ambientazione oscura (l’ormai famoso “sottosopra”). In realtà ci troviamo di fronte ad una serie che si accosta molto più allo stile di Lost, dove si sviluppano le vite e i drammi dei personaggi ai misteri del luogo, intrecciandosi in spericolati salti temporali. Qualcosa di affine lo si può trovare anche nel film The Butterfly Effect, soprattutto in merito alla centralità che viene data al determinismo ogni qual volta è necessario spiegare la natura di un evento.

Dark è una serie ambiziosa, sicuramente da considerare come uno dei punti di riferimento della fantascienza di questi anni dal momento che, oltre a ibridare sapientemente vari generi diventando così mainstream (teen drama, fantascienza, thriller, drama, storico), ha lanciato un guanto di sfida verso tutte le narrazioni seriali che verranno: lavorare sulla struttura, andare oltre i tre atti lineari.

Nella storia la data del 27 giugno 2020 è segnata come il Giorno dell’Apocalisse e sarà anche il giorno in cui Netflix metterà a disposizione la terza e conclusiva stagione. Niente accade per caso, tutto si tiene lungo un filo.


Autori

 

Milena Doraci, Andrea Martina

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