Le origini, il boom, il futuro: l'espansione del Food Delivery - Pensare di pranzare o cenare con un click, nel Paese della pizza, della pasta, dei vini, della cultura della cucina e dell'arte della preparazione sino a pochi anni fa era pura utopia. I ritmi frenetici dei nostri giorni hanno indotto gli italiani a consumare pasti fuori da casa, al volo o in un buon ristorante, ma il percorso inverso, ossia il cibo che arriva direttamente presso le proprie abitazioni, è di fatto una novità.
È la bellezza del Food Delivery: una recente rivoluzione dalle antiche radici.
Colui che porta una scatola - Questa è grossomodo la traduzione di dabbawala, gli indiani che nel 1890, a Mumbai, si erano specializzati nel ritiro del lunch box a casa dei parenti del cliente e successiva consegna, oppure lo smistamento dei piatti preparati dalla cucina interna dei dabbawala stessi. Puntuali, impeccabili anche in situazioni meteorologiche avverse e fortemente apprezzati dalla gente del posto: così tutt'oggi, più di un secolo dopo dall'inizio dell'attività, 5.000 dabbawala si occupano quotidianamente di più di 200.000 lunch box, grazie naturalmente all'ausilio di tecnologie informatiche come SMS e siti web per gestire le prenotazioni. Tracce di Food Delivery, a ben vedere, risalgono già al 1700, quando nelle grandi città statunitensi gli hotel coloniali inviavano i propri servitori per la consegna di piatti di ogni tipo. Era un inizio. L'inizio italiano, invece, ha una matrice tedesca: negli anni '80 due aziende operanti nel settore dei surgelati, Bofrost ed Eismann, consegnavano a domicilio in giorni concordati; nel 2000 a Monza fu invece il portale Volendo.com a inaugurare il primo supermercato online con consegna a domicilio fruibile unicamente nella zona di Milano e provincia.
Pizza, sushi, torte - Online c'è davvero di tutto. Il Food Delivery (in italiano non è nient'altro che "consegna di cibo") è così apprezzato per tanti motivi: la praticità della tecnologia che in due click (tramite app o sito) permette di ordinare i propri piatti preferiti e la comodità a cui siamo così piacevolmente abituati nel ricevere la consegna direttamente a casa. Ma poi c'è anche l'altra faccia della medaglia, quella del ristoratore, che può dunque ampliare il proprio business offrendo i propri prodotti a utenti poco propensi a prenotare un tavolo, ma lieti di ricevere il pasto a domicilio, con puntualità nella consegna e pagamento direttamente online. Il punto principale che ha segnato il decollo del Food Delivery è, però, un altro: il cibo non è un accessorio, non è un vezzo da concedersi ogni tanto o un lusso a cui rinunciare. Il cibo è un bene primario, è una necessità vitale, tutti abbiamo bisogno di nutrirci e più volte al giorno. Procacciarsi del cibo senza il pericolo o l'incombenza di uscire da casa è sicuramente una comodità da non trascurare: vi ricorda qualcosa? Già: il periodo di quarantena imposto dal Covid-19, altro alleato della consegna a domicilio, per conferma chiedere ad Amazon che nei primi quattro mesi del 2020 ha aumentato il fatturato di 25 miliardi di dollari. Oggi sushi, domani tortellini, il sabato pizza: il Food Delivery è apprezzato anche perché permette di variare, di scegliere ciò che più piace quando lo si desidera.
L'esempio virtuoso salentino - Nel panorama mondiale tante sono le start-up che si occupano di Food Delivery, il più grande network di ristoranti al mondo è sicuramente Just Eat, quotato in borsa a Londra e fondato in Danimarca nel 2000, da otto anni in Italia, vanta un fatturato annuo di circa un miliardo di euro. Il colosso inglese, ormai punto fermo nel mondo del cibo a domicilio, offre un concetto di servizio differente rispetto alla concorrenza poiché si pone da intermediario tra chi cucina e chi consuma. Altri leader del settore sono Deliveroo, azienda inglese nata nel 2013, e Glovo, start-up spagnola che dal 2015 non si occupa solo di food, ma offre in più l'acquisto e il trasporto di prodotti di varia natura: un "glover" infatti, si occupa anche di consegnare un oggetto che già è in nostro possesso da un punto all'altro della città. In questo periodo, però, molti ristoratori hanno scelto di cavalcare la propria strada, quella di sviluppare app di proprietà, quindi gestire i propri clienti in autonomia e fare attività di branding in uno spazio “privato” e non condiviso. Cavalcando il trend del momento, un'app salentina in breve tempo è letteralmente esplosa, passando rapidamente dal mercato locale a quello nazionale. Si tratta di See You Food, sviluppata dall'officina creativa digitale Rubik in collaborazione con 3M Lab, un'app personalizzata con il menù del ristorante o pizzeria, la possibilità di inviare notifiche e promozioni live, senza commissioni e con pagamento direttamente online. Comoda, efficiente, testata con successo: una vera e propria rivoluzione per clienti e ristoratori. Ed in più un orgoglio per il nostro territorio.
Prevedere quello che sarà il mercato digitale nei prossimi anni sta diventando sempre più difficile, ma una cosa è certa, una volta presa l’abitudine, chi rinuncerà alla comodità di ricevere il pranzo o la cena direttamente a casa o in ufficio?
Autore
Gabriele Durante
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