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  • Immagine del redattoreAss. Tramoontana

IL SOGNO DI HOLLYWOOD DIVENTA UNA SERIE NETFLIX

(...teaser…)

“Hollywood, California. (---) Ora che la guerra è finita molti eterni sognatori sperano di fare carriera nel cinema e brulicano come lacustre fuori dai cancelli degli studi (---). E se fai le mosse giuste anche tu potrai vivere a Beverly Hills”. Con un tono particolarmente soddisfatto il teaser del primo episodio di Hollywood delinea in poche e chiare battute l’essenza degli studios durante gli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale. Il conflitto bellico ha portato con sé ingiustizia, miseria, morte, e la ripresa è dettata da speranza, voglia di riscatto, vitalità. A Hollywood, città per antonomasia dello spettacolo in tutte le varie declinazioni, si cerca il successo e si è disposti a tutto per ottenerlo.


(...zoom…)

La frequentatissima contea di Los Angeles si sveglia quotidianamente alle prime ore del mattino con centinaia di aspiranti attori ammassati di fronte all’entrata degli studi cinematografici: gli uomini con il cappello in testa e le donne con i foulard intorno al collo, ognuno con indosso i migliori vestiti, meglio se eleganti e colorati. La quasi totalità di loro non verrà scelta, ma ciò non impedisce a ritornare il giorno dopo, nello stesso posto e alla stessa ora, con identico entusiasmo. Tra coloro che sperano di varcare i cancelli degli Ace studios c’è Jack Castello, ex militare che ha combattuto ad Anzio, “bel faccino ma senza esperienza” nel cinema. Egli, dopo l’ennesima giornata di aspettative artistiche deluse, ricurvo sul bancone di un locale per il troppo alcool bevuto, conosce il suo nuovo datore di lavoro Henry, proprietario della stazione di servizio Golden tip gasoline, che accontenta tutti i clienti sia con il rifornimento di benzina per le autovetture, sia con servizi più intimi svolti dai giovani dipendenti. Certamente non è il lavoro che Jack ha sempre sognato, ma d’attore quale si sente di essere veste la divisa e recita molto bene la parte di un gigolò, finto benzinaio, nonostante i pericolosi rischi legali del mestiere. Il ragazzo fa assumere nella stessa stazione di servizio Archie Coleman, giovane di colore che vive a Hollywood perché desidera avere successo come sceneggiatore cinematografico. Jack, grazie ad una cliente soddisfatta dalla sua prestazione fisica, ottiene la prima possibilità di recitare in un film vero. È la stessa opportunità di essere notati, ma con modalità differenti, che vorrebbero avere gli altri protagonisti di questa storia: Camilla, ragazza di colore aspirante attrice, e Raymond, giovane regista.



 

(...panoramica…)

Hollywood, miniserie originale Netflix, creata da Ryan Murphy e Ian Brennan, rappresenta un mondo parallelo alla realtà di tutti i giorni, costruito su apparenze, ruoli cangianti, con un proprio linguaggio lessicale e comportamentale da imparare, capace di cambiare le persone: il controverso cinema di Hollywood degli anni ‘40. Il tutto è inserito in un contesto storico-politico-sociale molto più complesso. Gli anni ‘40, nonostante la fine della guerra, sono tempi difficili per alcune fette della società viste come minoranze: i neri, le donne, gli omosessuali. Sono considerati inferiori dai più, incapaci di occupare ruoli di dirigenza o di intraprendere una carriera. Investire su queste tre categorie significa compromettere l’opinione popolare e infastidire il violento Ku Klux Klan, oltre che rischiare ingenti perdite economiche per uno studio cinematografico che vedrebbe più che dimezzate le sale che proporrebbero un eventuale film. Peg è il titolo di una sceneggiatura cinematografica scritta da Archie, pronta a prendere forma. Nella storia di Hollywood, però, non è mai accaduto che un film fosse scritto da uno sceneggiatore di colore e gli Ace Studios, dipendenti da figure maschili profondamente conservatrici, hanno delle remore ideologiche che ne ostacolano la realizzazione su pellicola. L’unica speranza che Peg ha di raggiungere i teleschermi è che le categorie prima citate facciano cartello, si uniscano e si aiutino a vicenda, meglio se con a capo una donna che avvii un periodo di rinnovamento affermando le parole d’ordine di uguaglianza e progresso.

(...epilogo…)


I personaggi della miniserie desiderano che il loro riscatto personale passi attraverso i teleschermi. Non è un caso. In un mondo complicato e ambiguo, un ruolo importante è svolto dal cinema, convincente mezzo di comunicazione di massa. Con i suoni e le immagini capaci di toccare emotivamente più spettatori, la realtà rappresentata sulle pellicole potrebbe sensibilizzare i più per una società diversa, maggiormente accessibile a tutti, in particolare a coloro i quali sono ai margini della società. Ad ognuno bisogna che si dia la possibilità di contribuire a migliorare il mondo in cui agiamo, ognuno con i propri talenti e sogni. La risonanza mediatica del cinema può agevolare ciò.

“Il cinema non ci mostra il mondo, ma come il mondo potrebbe diventare”, un mondo forse migliore, sicuramente per tutti, e questo potrebbe essere già una conquista.



Autore

 

Giorgio Borghetto

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