Sud, profondo sud. C’è un piccolo paese con meno di 5000 abitanti che si chiama Specchia, è in provincia di Lecce, e fa parte del Club I borghi più belli d’Italia. Nascosto dalle mappe e portato alla ribalta grazie ad alcuni set per il cinema e la televisione, tra le vie antiche di questo luogo trova rifugio una visione portata avanti da Tiziana (T) e Graziano (G). I loro occhi sono pulsanti, la voce ha quella sicurezza di chi si sta sentendo vivo, giusto.
Che cosa succede il 26 luglio?
T: Dal borgo altrove - Sperimentare il sud c’è la settima Passeggiata letteraria. Sarà un’edizione nel segno di un rinnovamento che è già avvenuto lo scorso anno quando è subentrato nella direzione artistica Graziano Gala, con il quale abbiamo rivoluzionato l’impostazione dell’evento. Prima nasceva come una vera e propria passeggiata nel Centro Storico, dove si incontravano autori che semplicemente leggevano pagine del loro libro. Dall’anno scorso abbiamo attivato questa nuova formula dove ci sono tre postazioni in cui avvengono delle presentazioni vere e proprie: due autori che interagiscono con un relatore, un attore che legge le loro pagine e un pubblico che può girare e assistere ai diversi palchi. Saranno a step di trenta minuti e appena finisce una presentazione ne inizia un’altra, dando modo alle persone di poter ascoltare tutti gli ospiti.
Come verrà strutturato il Centro Storico?
Abbiamo postazioni diverse dislocate su distanze facilmente raggiungibili, sono distanti una cinquantina di metri l’una con l’altra, e poi c’è un palco definitivo su cui accoglieremo il maxi ospite Massimo Bray. In ogni postazione ci sarà un tema. Graziano presenterà Gli altri mondi raccontati da Cristò Chiapparino (La meravigliosa lampada di Paolo Lunare) e Veronica Galletta (Le isole di Norman, vincitrice Premio Campiello Opera Prima). Poi abbiamo il palco delle Digressioni con Omar Di Monopoli (Nella perfida terra di Dio) e Dario Goffredo (Alfabeto Affettivo), due pugliesi importanti che si sono distinti in realtà diverse, prosa e poesia. E infine con Federica De Paolis (Le imperfette, vincitrice Premio Dea 2020) e l’esordiente Alfredo Palomba (Teoria sulla comprensione profonda delle cose) affronteremo il tema dell’Irregolarità.
E poi c’è stata l’acquisizione di Stefano Bonazzi per la grafica della Passeggiata che è una cosa fuori dal mondo. Sappiamo le aziende per cui lavora e l’idea di averlo con noi è una grande gioia.
Il processo di selezione degli autori com’è stato?
G: quando sono entrato nella direzione artistica della Passeggiata Letteraria il patto è stato chiaro (e ci ha trovato immediatamente d’accordo): o dimensione nazionale o smettiamo di fare l’evento. Non aveva senso fare una “sagra” di raccolta delle pubblicazioni del posto. Vogliamo libri convincenti, che abbiano una dimensione importante, un qualcosa di pari valore rispetto a quello che può succedere in Toscana, Lombardia o Veneto. L’idea è fare qualcosa netta, di qualità, distaccata. Quello che stiamo facendo mi fa felice: abbiamo autori nazionali e nessuno può discutere. In tutti i campi, da chi presenta a chi legge, vogliamo chiamare persone competenti. È questa la misura e posso ritenermi soddisfatto delle “convocazioni” che siamo riusciti a fare quest’anno.
In questi giorni Gianni Spinelli ha scritto un articolo sul Corriere del Mezzogiorno in cui criticava l’impostazione del Libro Possibile di Polignano a Mare, lamentando il fatto che è un festival letterario dove gli ospiti sono per la maggior parte personaggi televisivi e non scrittori. Così facendo non c’è il rischio di vedere il festival come un evento mondano che mette in secondo piano i libri?
G. La domanda che mi faccio è questa: quanto ho le mani sciolte per poter operare in gioia per fare quello che mi piace? Credo che il giorno in cui ci imporranno nomi io e Tiziana abbandoneremo la barca, lasciandola naufragare. È bello che in un festival ci sia la voglia, la possibilità, di chiamare autori che hanno prodotto un’opera di valore su cui io voglio indagare. Se parliamo del contesto del Libro Possibile la mia unica speranza è che gli organizzatori del festival possano dire “io chiamo chi ritengo che abbia prodotto qualcosa di qualitativamente importante”. Non nascondiamoci: serve il nome di grido, però deve esserci sostanza sotto. Altrimenti non parliamo più di festival letterario, ma di uno spin-off di quei talk-show televisivi che a me non piacciono tanto. T. È simbolico quello che ha scritto oggi Graziano in un post: “abbiamo scelto le storie di cui ci siamo innamorati”. Finché lo spirito è questo la nostra è vera promozione della letteratura, vogliamo le voci, quelli che hanno veramente qualcosa da raccontare e che lo sanno dire in un certo modo.
Parliamo del superospite. E parliamo anche del fatto che nelle classifiche Istat la Puglia è una delle ultime regioni per quanto riguarda il numero di lettori. Massimo Bray, oltre che pugliese, è una di quelle persone illuminate che si sta battendo per promuovere la lettura. Invitarlo a Specchia è un modo per dare continuità a questa tendenza?
T. La scelta di Massimo Bray è legata soprattutto al suo lavoro nella cultura. Molti lo definiscono tra i migliori ministri dei Beni Culturali che abbiamo avuto in Italia. Nei passaggi del suo libro, Alla voce Cultura. Diario sospeso della mia esperienza da Ministro (Manni, 2019), sottolinea molto la sua attenzione verso i temi culturali in un paese che in realtà non investe molto nelle proprie potenzialità, nei suoi tesori. Massimo Bray vanta il valore delle associazioni, il ruolo di persone che si impegnano con grande professionalità. Personalmente, dopo tanti anni di impegno nella promozione alla lettura non saprei come poter risolvere il fatto che in Puglia nello specifico si legga poco. Certamente la Passeggiata è nata con l’intenzione di avvicinare il libro al lettore, o meglio, avvicinare il libro al non-lettore. Sono dinamiche complesse, è difficile trovare una soluzione unica. G. Io e Tiziana facciamo gli insegnanti, ci troviamo 9 mesi all’anno in Lombardia e lavoriamo in scuole non proprio serene, dove l’utenza è complessa e ci sono famiglie in cui l’idea di comprare un libro non è tra le priorità. Ma è lì che dobbiamo intervenire, passando dalle scuole e non creando lettori “instagrammabili”. Ci sta che scatti una foto di un libro bello come oggetto, ma l’idea di far vivere a un ragazzo l’esperienza del libro come erotica, sconcertante, è la chiave per avere nuovi lettori. Noi ci siamo formati con Cosimo Argentina e non c’era nulla di gratuito in quello che scriveva. Eppure risultati ne ha dati per le generazioni ‘85, ‘90 e anche qualcosa più in là. Dobbiamo sperare che le scuole diano una forte accelerata al libro come strumento, soprattutto per aprirsi ai contemporanei (che molte volte sono visti come intoccabili). Su Bray posso dire che è stato scelto anche l’uomo: io sto rileggendo il testo in questi giorni ed è un diario vero, intimo, profondo.
Veniamo alla parentesi Moo Magazine. Con Andrea Donaera abbiamo iniziato un percorso letterario con i podcast (n)Trame e nella Passeggiata di quest’anno ci sono (in diversi ruoli) ben quattro autori già intervistati nella nostra rubrica. Secondo voi sta nascendo un movimento letterario di voci finalmente diverse, fuori dagli schemi (e dalle vetrine)? C’è una nuova generazione di scrittori che sta incidendo?
G. È un bel momento, non sappiamo come andrà a finire ma non è la cosa importante. Forse erano 15/20 anni che non si faceva la “nidiata”. Sembra che le riviste, in una specie di incrocio magico, negli ultimi anni abbiano pescato autori davvero interessanti. È bellissimo perché quando partono questi movimenti di persone più o meno coeve c’è un clima frizzante. Poi nessuno ha pretese di grande letteratura, ma l’idea di smuovere le acque e sentirsi tutti insieme in un percorso, di confrontarsi e vedere che si sono fatti dei passi comuni, diventa importante. Così come è importante capire che si ha a che fare con gente alla mano. Lo scopo della Passeggiata va anche nella direzione di far accendere i riflettori sui nuovi. Ad esempio non si sta abbastanza lodando Palomba che ha fatto un qualcosa di serio. Noi ne abbiamo nominati alcuni, ma si potrebbe arrivare facilmente ad almeno una quindicina di autori che stanno lavorando in questa direzione e che nei prossimi anni vogliamo coinvolgere.
T. Ha omesso di dire che in questo gruppo c’è Graziano Gala ed è necessario aggiungerlo.
Guardiamo nella palla di vetro: luglio 2021, ottava edizione della Passeggiata Letteraria. Che cosa succede? G. Facciamo fuoco, perché in realtà ne stiamo già parlando. Se ci lasciano “respiranti” l’idea è di farla diventare sempre più nazionale. Ricordo che all’inizio non ci rispondevano nemmeno alle mail, l’anno scorso hanno iniziato a scriverci “no”, quest’anno ci ha scritto “no” e si sono scusati ed è bellissimo. È un lavoro enorme, ormai. Vogliamo portare ospiti che in Puglia non si vedono da anni e avremo modo di divertirci anche il prossimo anno, infatti girano già un po’ di nomi. E la gente deve innamorarsi, toccarli, vedere. Noi facciamo queste cose perché volevamo che qualcuno le facesse per noi.
T. Da quando ho cominciato ci sono state diverse difficoltà, ma se hai la possibilità di lavorare con persone con cui non hai bisogno di dire, o mentre stai per dire l’altro l’ha già fatto, e hai professionalità attorno, ti senti molto più forte. Credo nelle collaborazioni e avere creato una squadra del genere mi fa pensare che nel 2021 faremo una cosa più grande che sarà meno grande di quella del 2022. Non sono ambiziosa per me, ma per gli altri.
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Redazione
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